tratto da http://salute24.ilsole24ore.com/articles/18101-e-l-era-dell-mhealth-oltre-165-mila-app-dedicate-alla-salute
Sono oltre 165 mila le applicazioni per smartphone e tablet e i dispositiviwereable (“indossabili”) dedicati alla salute, presenti sul mercato statunitense. La maggior parte riguarda il benessere generale dell’individuo, ma aumenta anche il numero degli strumenti diretti a supportare la gestione delle patologie croniche. È quanto emerge da uno studio pubblicato dalla compagnia internazionale Ims Institute for Healthcare Informatics, secondo cui quasi la metà delle app sanitarie è stata scaricata da almeno 5 mila utenti.
Nel corso della ricerca, sono state analizzate le 26.864 applicazioni disponibili, negli Usa, all’interno dell’App Store (Apple) e di Google Play (Android). Inoltre, sono state esaminate le informazioni presenti nella banca dati “AppScript” di Ims Health. Al termine dell’indagine, è emerso che un’applicazione su 10 è in grado di interconnettersi con un dispositivo o un sensore. Questo permette di fornire biofeedback sulle funzioni fisiologiche del paziente, migliorando l’accuratezza e la praticità della raccolta dati.
Lo studio, in particolare, ha evidenziato che due terzi delle applicazioni riguarda il fitness e il benessere. Quasi un quarto, invece, nasce con l’obiettivo di fornire un supporto nella gestione delle patologie e delle relative terapie. La diffusione tra gli utenti è in aumento: il 40% delle app dedicate a salute e benessere ha raggiunto o superato i 5.000 download. Dal 2013, nell’App Store di Apple il numero di questi programmi è aumentato del 106%. Inoltre, il 12% di queste applicazioni rappresenta più del 90% di tutti i download effettuati.
Negli ultimi due anni, sono cresciute le app mHealth (“mobile Health” – termine che indica l’impiego di dispositivi mobili in supporto della pratica medica) in grado di connettersi ai social network, dirette a stimolare la partecipazione degli utenti. In questo gioca un ruolo importante anche il medico: a distanza di un mese dal download, la conservazione e l’utilizzo delle applicazioni indicate dai dottori sono maggiori del 10% rispetto a quelli dei programmi scaricati autonomamente dal paziente.
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