da www.newsbiella.it
La psicologia è un ambito di studio davvero vasto, che mette a disposizione degli studenti interessati una serie di sbocchi professionali molto diversi fra loro, ma ugualmente interessanti. In questo senso, la psicologia del lavoro non è solo una professione particolarmente affascinante, ma anche un ruolo chiave, soprattutto all’interno delle aziende. Ed il motivo è subito chiaro: lo psicologo del lavoro ha innanzitutto il compito di analizzare non solo la qualità del lavoro svolto dai dipendenti, ma anche il loro stato di salute mentale, soprattutto per quanto concerne la soddisfazione che, come saprete, è un fattore decisivo per la produttività aziendale. Vediamo insieme tutto ciò che c’è da sapere su questa figura professionale, come diventare psicologi del lavoro e della sua importanza per le aziende.
I compiti svolti dallo psicologo del lavoro nelle aziende
Lo psicologo del lavoro ha un ruolo fondamentale nell’analizzare le competenze degli impiegati, nello scovare i loro talenti nascosti e nel posizionarli dunque nei ruoli più congeniali per loro, e più remunerativi per l’azienda. Fare lo psicologo del lavoro è come affrontare una infinita partita a scacchi, dove la mossa giusta può far felici le persone, e arricchire le aziende per cui tali persone lavorano. Ma lo psicologo del lavoro non si limita alla selezione del personale e alla definizione dei ruoli, ma anche del benessere e dell’equilibrio psicologico che i dipendenti devono raggiungere, per rendere al meglio durante gli orari lavorativi: da questo punto di vista, questa figura può anche essere intesa come una spalla sulla quale appoggiarsi nei momenti di difficoltà e di stress, e sulla quale contare per trovare la soluzione migliore. In altre parole, lo psicologo del lavoro è una sorta di cuscinetto che attutisce gli urti fra il personale e l’azienda.
La formazione professionale per diventare psicologi del lavoro
Per diventare psicologi del lavoro bisogna necessariamente conseguire un titolo di studio congruo all’impegno e alle conoscenze necessarie per questo tipo di impiego. Nello specifico, è possibile raggiungere questo obiettivo attraverso un corso di studi psicologico, come ad esempio la laurea magistrale in psicologia a Torino offerta dall’università Unicusano. Questo corso, infatti, fornisce tutti gli strumenti fondamentali per padroneggiare questa complessa professione, come ad esempio lo studio di materie quali la psicologia dei processi cognitivi e della leadership, oppure gli studi relativi alla psicologia di gruppo e alle dinamiche psicologiche che si creano nelle aziende o nelle organizzazioni. Infine, da sottolineare che un percorso di questo tipo permette anche di acquisire tutte le competenze necessarie per sviluppare la capacità di problem solving strategico, fondamentale soprattutto per il successo delle aziende.
Problem solving e comunicazione: le armi dello psicologo del lavoro
La professione dello psicologo del lavoro, come tra l’altro visto finora, conserva delle sfaccettature molto ampie che, purtroppo, non sempre vengono colte da chi si trova ad informarsi in merito a questo ambito psicologico. Stando alle parole del direttore del CTS di Arezzo Giorgio Nardone, infatti, lo psicologo del lavoro è innanzitutto un comunicatore affidabile, che sa come interfacciarsi con i dipendenti ma al tempo stesso agire da vero manager, tenendo sempre in primo piano le esigenze dell’azienda. Non solo selezione dunque, ma anche e soprattutto comunicazione e problem solving.
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